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Difesa da xenobiotici

Kozzi-young-scientist-working-in-laboratory-contentVolente o nolente siamo continuamente esposti ad una miriade di composti chimici, inorganici o organici, che esercitano sul nostro organismo una azione tossica più raramente di natura acuta, più frequentemente di natura cronica silente.

 

Basta guardarci intorno per comprendere che sono molte le sostanze intorno a noi, sia a casa sia fuori casa, che contengono xenobiotici (sostanze diverse da quelle biologiche) con attività tossica: è sufficiente guardare in bagno tra creme, profumi, detersivi, disinfettanti per trovare sostanze molto tossiche; oppure guardare in cucina tra pastiglie per la lavastoviglie, detersivo per piatti, bottiglie di plastica molle e dura, contenitori per alimenti, pellicole, alluminio; o magari in garage tra oli del motore, lubrificanti, carburanti vari, vernici, diluenti e colle.

 

Questi pochi esempi danno l’idea di come in casa siamo circondati da sostante tossiche, ma la lista è ancora più grande se consideriamo gli xenobiotici che ingeriamo con gli alimenti (pesticidi vari, conservanti, coloranti, additivi), con gli integratori e i farmaci stessi.

 

Se poi aggiungiamo tutte quelle sostanze con cu entriamo in contatto volontariamente (es fumo di sigaretta, alcool, droghe varie) o involontariamente (gli inquinanti ambientali) ci rendiamo conto che l’esposizione a tali sostanze è quotidiana e cronica.

 

Durante la nostra vita siamo continuamente esposti a dosi variabili di xenobiotici per lo più in maniera inconsapevole.

 

Buona parte dei composti viene smaltita attraverso una serie di reazioni di detossificazione note con il nome di reazioni di fase I e reazioni di fase II ed infine eliminate mediante i liquidi biologici quali sudore, saliva, urina e feci.

 

Queste reazioni sono mediate da enzimi specializzati nello smaltimento delle varie classi di sostanze tossiche.

 

Naturalmente le varianti genetiche a carico di questi enzimi possono ridurre fortemente la capacità di difesa dalle sostanze tossiche; gli individui con tali varianti dovrebbero evitare l’esposizione a sostanze tossiche sia per via orale, inalatoria e cutanea e stimolare opportunamente il metabolismo con alimentazione e integrazione personalizzata.

 

Il test analizza le varianti implicate nella capacità di detossificazione degli xenobiotici e permette di identificare quelle viene metaboliche alterate e quindi quelle sostanze che non vengono smaltite in modo ottimale.